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Topics - ramingo

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Design: a web designer marchigiano Premio miglior sito web
Per Daniele Frontini anche Premio freelance dell'anno
(ANSA) - ROMA, 28 LUG - Il vincitore del premio Sito web dell'anno e' Daniele Frontini con il suo www.cantori.it. Al sito del web designer marchigiano, durante la manifestazione Premio Web Italia che si e' svolta al Teatro Comunale di Citta' Sant'Angelo (Pescara), sono andati anche il riconoscimento come Freelance dell'anno, Premio della Stampa per Guzzini Engineering, Animazione e Video. Tra gli altri premiati, Gianluca Vatore e lo staff di Studio Vatore di Rovigo per il web site ufficiale di Uto Ughi, Turismo e Progettazione per Domina Coral bay. Il Premio critico della giuria invece se lo e' aggiudicato il web site ufficiale di Ferzan Ozpetek realizzato da Federico Mauro, mentre il premio Web Agency dell'anno e' andato a Lab81, agenzia creativa di Chiaravalle (An) di due giovani designer: Valentino Bedini e Diego Pacenti, ai quali e' stato assegnato anche il premio Categoria Design per www.binisilvia.it. (ANSA).

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Curiosità & Gossip / per mille fulmini!!!
« il: 24 Agosto 2009, 20:59:20 »

Alcuni ricercatori americani della Duke University hanno catturato immagini e video e raccolto dati sui "jet giganti" ovvero sui parenti stretti dei fulmini che però sebbene ugualmente carichi di elettricità vanno  dal basso verso l'alto!
 :-[
Normalmente è raro riuscire a vederli  perché durano appena un secondo.
Sono delle vere e proprie esplosioni, molto più ramificate di un lampo, che si allargano sempre di più salendo verso lo strato più alto dell'atmosfera, la ionosfera.

"Nonostante le difficili condizioni di visibilità per la luna piena e la foschia, siamo riusciti a catturare le immagini del jet gigante", ha detto il coordinatore della ricerca, Steven Cummer, ingegnere informatico della Duke University. Un risultato non da poco, considerando che dal 2001 ad oggi questi fenomeni sono stati fotografati soltanto cinque volte. Cummer è riuscito a catturare le immagini dei jet giganti quasi per caso. La sua attrezzatura fotografica e i suoi strumenti erano stati infatti programmati per catturare altri fenomeni meteorologici. La sorpresa è andata al di là delle aspettative perché i ricercatori hanno potuto raccogliere anche dati e misure inediti dell'attività elettrica di questi strani fenomeni. Misure che potranno aprire "una nuova finestra sui processi relativi al circuito elettrico globale della Terra", ha detto Brad Smull, direttore della divisione di Scienze atmosferiche della National Science Foundation, che ha finanziato la ricerca. "In pratica - spiega Cummer - sono lampi che partono dalle nubi temporalesche e che hanno una carica, proprio come i loro 'cugini' che vanno dalle nubi al terreno, i fulmini". I primi dati mostrano che la quantità di elettricità scaricata dai tradizionali fulmini e quella dei jet giganti è confrontabile. Tuttavia i jet sono molto più rapidi perché l'aria più rarefatta nella quale si formano oppone una resistenza minore. Il prossimo passo sarà riuscire ad avere le prime immagini a colori dei jet giganti per raccogliere ulteriori informazioni sui processi chimici e le temperature relative ai jet giganti, mentre resta da capire quali tipi di tempeste danno vita a questi fenomeni.

fonte:http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_1647013846.html



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A luglio è morto Harry Patch, l'ultimo soldato britannico che combattè in trincea durante la prima guerra mondiale. La cerimonia si è svolta nella cattedrale di Wells, nel sud-ovest dell'Inghilterra.
Proprio in questa cittadina Harry Patch il 25 luglio se ne è andato all'età di 111 anni.
I soldati della Rifles, unità discendente da quella in cui aveva combattuto il reduce, sono stati scelti per portare la bara insieme a soldati da Germania, Francia e Belgio in segno di riconciliazione.

In onore di Patch, il gruppo britannico dei Radiohead ha registrato e messo online la canzone "Harry patch (in memory of)". Il brano si ispira a un'intervista concessa dallo stesso reduce nel 2005, in cui raccontava gli orrori della grande guerra.






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Chiacchieriamo / Buona Pasqua!!
« il: 12 Aprile 2009, 15:07:37 »

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Sport / Ma Da Dove è Uscita La Brawn Gp?
« il: 05 Aprile 2009, 20:13:19 »


button e la zita

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Curiosità & Gossip / Ah I 25enni!
« il: 03 Aprile 2009, 16:09:42 »


Lo schermidore Andrea Cassarà sotto accusa per atti osceni: si masturbava in auto dopo aver chiesto informazioni a una signora

La scena è di quelle usuali.
Un tizio in auto si ferma vicino a una passante e tira giù il finestrino: «Scusi, per l'autostrada?», quello che segue invece è un comportamento un po' anomalo.
Il tizio al volante tira giù i pantaloni e inizia a masturbarsi. Ancora più strano il fatto che il maniaco in questione possa essere un campione olimpico, medaglia d'oro ad Atene 2004 e finalista a Pechino 2008.
Lo schermidore 25enne Andrea Cassarà ora è nei guai: il Tribunale di Crema lo processerà per atti osceni in luogo pubblico.
Merito (o colpa) di una signora (la passante di cui sopra) che, dopo aver assistito alla scena, ha annotato la targa del veicolo e denunciato il giovane alla polizia.

fonte

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Curiosità & Gossip / Siamo Dio... :(
« il: 01 Aprile 2009, 13:52:12 »
Eutanasia: Gb, In Vendita i 'Kit Della Morte' Per Giusto Cocktail Barbiturici





In vendita, in Gran Bretagna, i 'kit della morte'. Al prezzo di 35 sterline (poco più di 37 euro euro), da maggio si potranno acquistare i test per valutare la concentrazione dei farmaci da utilizzare per togliersi la vita e creare il giusto cocktail. Promotore dell'iniziativa è Philip Nitschke, medico australiano conosciuto come 'Dottor morte', promotore del diritto all'autodeterminazione dei singoli e dell'eutanasia. Per il camice bianco, si legge sul quotidiano britannico 'The Guardian', il Regno unito è il posto adatto per sperimentare i kit messi a punto nel suo laboratorio.

L'imminente vendita ha già suscitato polemiche e la preoccupazione che anziani e persone vulnerabili, malate o disabili, finiranno con il togliersi la vita nella convinzione di essere diventati un peso per i loro familiari. Lo scorso autunno Exit International, l'organizzazione di Nitschke, aveva già scioccato la Gran Bretagna organizzando workshop con istruzioni dettagliate ai partecipanti su come darsi la morte. Adesso rilancia, con i kit per testare i barbiturici. "Calibrare le sostanze chimiche da utilizzare è importante - spiega l'organizzazione nell'ultimo numero del suo magazine 'Deliverance' - con questo test si potrà essere certi che i farmaci assicureranno una morte serena".


fonte

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Curiosità & Gossip / Spork
« il: 13 Marzo 2009, 15:05:07 »
Spork

un incrocio perfetto tra una forchetta, un cucchiaio e un coltello, un nuovo accessorio per il food-design.

Autore di questo incrocio è il designer svedese Joachim Nordwalle. Prodotto per la Light-My-Fire (azienda svedese) SPORK è un tre-in-uno confortevole e ben disegnato.

Già molti designer si sono cimentati in questo ambito, Moscardino*** ne è un esempio, ma SPORK ha una marcia in più; prima di tutto mi sembra molto più maneggevole, poi il fatto che racchiuda al suo interno tre accessori è un surplus non indifferente.

Originali, colorati e leggeri sono ideali per pic-nic, pranzi all’aperto o all’in piedi.






FONTE WEB

39
Curiosità & Gossip / I Templari A Tavola
« il: 07 Marzo 2009, 18:06:52 »
FONTE:www.taccuinistorici.it

i Templari a tavola


A metà del XIII sec. ogni monaco guerriero aveva:
la propria ciotola di corno o probabilmente in legno di quercia;
un cucchiaio;
un coltello;
due coppe (una per i pasti consueti e una per quelli di festa).

I cavalieri, i sergenti e gli scudieri mangiavano separatamente.
C'erano perciò due servizi, detti «conventi», mentre nelle grandi commende se ne
aggiungeva un terzo, in ragione del numero dei fratelli e della varietà di mansioni.

Nel refettorio il posto d'onore spettava abitualmente al commendatario (o precettore) della casa.
I primi arrivati e i più vecchi sedevano con le spalle al muro, e gli altri li fronteggiano.
Il cappellano impartiva la benedizione, e i presenti si alzavano per recitare un Pater noster.
A turno, uno dei fratelli prendeva posto nella cattedra per fare la lettura prevista dalla Regola.

I commensali sedevano uno di fronte all’altro, su lunghe tavole ricoperte da tovaglie bianche,
tranne il Venerdì Santo quando, in segno di umiltà, consumavano il pasto sul nudo legno.

Ognuno aveva i propri suppellettili e un pezzo di pane.
Sulla tavola non c’erano recipienti, perché le bevande venivano versate dai servitori.

Gli uomini in bianco tagliavano il pane e lo intingevano nei grandi piatti che contenevano diversi tipi di carni e verdure.

Era proibito parlare e perciò venivano utilizzati gesti convenzionali per chiedere quello di cui si aveva bisogno.

Non ci si poteva alzare prima del commendatario, salvo che non si perdesse sangue dal naso o che si verificasse
qualche evento straordinario. Accanto al precettore, un fratello mangiava per terra accovacciato sul pavimento,
in segno di una penitenza formalmente prevista dalla Regola; era infatti prerogativa del maestro fare la carità di
un po' di cibo al penitente.

I Templari dovevano tagliare di netto con gesto elegante il pane, il formaggio, la carne
e il pesce, perché gli avanzi venivano destinati ai poveri.
Il regime alimentare dell’Ordine bandiva ogni ricercatezza gastronomica; ghiottoneria, voracità e intemperanza erano vietate.
Il cibo dei cavalieri era per principio più abbondante di quello dei domestici.
Anche se la qualità era per tutti uguale, i monaci guerrieri avevano tre razioni mentre i servitori due,
anche perché questi ultimi non sottoposti all’obbligo degli stessi digiuni.

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Chiacchieriamo / Faccialibro
« il: 04 Marzo 2009, 23:51:17 »
Facebook Cambia Ancora, Dall'11 Marzo Nuova Grafica


Palo Alto (California), 4 mar. - Facebook e' pronto a cambiare di nuovo la sua grafica: dopo la prima rivoluzione, che suscito' una valanga di critiche, il celebre social network sta per avviare un radicale cambiamento che prendera' il via l'11 marzo. La nuova piattaforma consentira' agli utenti di avere "aggiornamenti istantanei" sui propri amici ma soprattutto dara' ai VIP, ai politici, alle persone di spettacolo, agli uomini d'affari, la possibilita' di avere un numero illimitato di 'fans' facilmente gestibili. Sull'home page e' gia' stato inserito il link che permette di "creare una pagina per una celebrita', gruppo musicale o affari". Come avvenuto nella precedente occasione, i gestori del social network dovrebbero lasciare un po' di tempo per abituarsi ai cambiamenti. "La nostra intuizione e' che questa sia la giusta direzione", ha affermato il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, annunciando i cambiamenti nel quartier generale della societa' a Palo Alto, in California. "Questa non sara' l'ultima volta che faremo cambiamenti", ha sottolineato, "finche' la quantita' di utenti continuera' ad aumentare sappiamo che questa e' la strada giusta".

 

41
Chiacchieriamo / Ih Ih Ih
« il: 03 Marzo 2009, 20:25:57 »
"May the road rise to meet you,
may the wind be always at your back,
may the sun shine warm upon your face,
and the rains fall soft upon your fields and,
until we meet again,
may God hold you in the palm of His hand."

"Sia la strada al tuo fianco,
il vento sempre alle tue spalle,
che il sole splenda caldo sul tuo viso,
e la pioggia cada dolce nei campi attorno e,
finché non ci incontreremo di nuovo,
possa Dio proteggerti nel palmo della sua mano."



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Curiosità & Gossip / Ops... Dicasi Imbrogliare
« il: 03 Marzo 2009, 20:05:33 »
naaaaaaa ragà!
ho trovato un sito dove vendono mazzi di carte truccate...
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...
non ho parole

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Fantasia... racconti, prose, storie / Favole Romene
« il: 01 Marzo 2009, 00:42:33 »
IL VINCITORE DEI GIGANTI1
di Petre Ispirescu
C’era una volta, e non ci fu mai...
C’era un imperatore chiamato l’Imperatore Rosso. Era molto amareggiato per il fatto
che, in quegli anni, certi giganti avevano rubato il Sole e la Luna dal cielo.
Inviò dunque dei messi in tutti i villaggi e le città con questo bando: chiunque fosse
riuscito a riprendere ai giganti il Sole e la Luna, avrebbe avuto sua figlia in sposa e, in
più, la metà del suo impero. Chi però fosse tornato senza riuscire nell’impresa, avrebbe
avuto il capo mozzo. Molti giovani si erano vantati con troppa leggerezza di riuscire; ma,
una volta messi alla prova, non avevano fatto altro che vagare in lungo e in largo, in su e
in giù, senza saper bene da che parte incominciare e dove finire. “Non tutte le api fanno il
miele”, dice il proverbio: e così tutti quei baldi giovanotti erano finiti male, perché
l’imperatore aveva mantenuto la sua parola.
A quell’epoca, viveva un eroe chiamato Greuceano. Quando anche lui venne a sapere
del bando, pensa e ripensa, prese il coraggio a quattro mani, e confidando nell’aiuto del
cielo e nel proprio valore, decise di presentarsi anche lui al sovrano per offrirgli i suoi
servigi.
Si mise dunque in cammino, e strada facendo incontrò le guardie imperiali con due
prigionieri:
 erano due sudditi che erano fuggiti in una battaglia contro delle belve feroci,
e l’imperatore doveva metterli a morte. I due poverini erano pieni di angoscia, ma
Greuceano li consolò con parole tanto amorevoli che quelli si rincuorarono un po’: era
anche buono ed esperto nel parlare, il nostro Greuceano.
Questo incontro gli parve un segno di quel che doveva fare. Si disse infatti: - Tenterò
la fortuna. Se riuscirò a convincere l’imperatore a perdonare questi uomini, allora oserò
anche affrontare i giganti: se no, pazienza! Tornerò là di dove son venuto. Vada come
vada, provare non nuoce -.
E così, sperando nel meglio, cammina cammina, Greuceano arrivò a corte. Si presentò
all’imperatore e parlò tanto e con tanta arte, che anche l’imperatore si convinse che
sarebbe stato ingiusto uccidere quei due uomini: se li avesse graziati, avrebbe avuto due
buoni sudditi in più, e inoltre avrebbe goduto fama nel mondo di sovrano clemente verso
il popolo.
Quando gli uomini seppero che Greuceano aveva convinto l’imperatore a graziarli, la
loro gioia fu immensa: ringraziarono l’eroe di tutto cuore, e gli promisero che avrebbero
pregato per tutta la vita perché lui passasse di vittoria in vittoria.
Questo parve dunque di buon augurio a Greuceano: perciò, recandosi per la seconda
volta dall’imperatore, gli disse cortesemente:
- Grande signore, che tu possa vivere per molti e molti anni sul trono luminoso di
questo impero. Molti giovani si erano impegnati con te a riportarti il Sole e la Luna rubati
dai giganti, e so che li hai condannati a morte perché hanno fallito nell’impresa. Anch’io,
signore, ora vorrei andare a cercare i ladroni, se tu mi dai l’incarico di tentar la sorte: e
spero di riuscire a punirli della loro insolenza. Però tu sii clemente, ed aiutami.
- Mio caro Greuceano, - rispose l’imperatore - io non posso cambiare neppure una
parola, neppure una virgola delle mie decisioni. E questo perché voglio essere giusto: i
miei ordine devono essere uguali per tutti in tutto il mio impero: io non conosco
parzialità.
Greuceano vide che l’imperatore era fermo nelle sue decisioni, e che le sue parole
erano giuste. Gli disse allora, arditamente:
- E sia, grande imperatore: anche se sapessi di dover morire, non rinuncerei
all’impresa.
Si preparò dunque a questa prova, e pochi giorni dopo partì, pensando di non aver
trascurato nulla per riuscire onorevolmente.
Greuceano aveva un fratello: lo prese con sè, e insieme se ne andarono per una lunga
via, fino a quando giunsero presso il Fabbro del Mondo. Questi una volta aveva fatto un
patto di sangue con Greuceano, e per questo i due si chiamavano “fratelli di sangue”. Il
Fabbro era il più abile del mondo, ed era esperto anche di magia. Presso di lui, Greuceano
si riposò: poi, chiusi per tre giorni in una stanza segreta, l’eroe e il Fabbro tennero
consiglio.
Dopo due settimane, avendo deciso per filo e per segno quel che dovevo fare,
Greuceano ripartì con suo fratello.
Subito dopo la sua partenza, il Fabbro si mise all’opera: prima fece un’immagine di
Greuceano, tutta di ferro; poi accese un fuoco ardente nella sua fucina e tenne
continuamente l’immagine accanto al fuoco, giorno e notte. Intanto Greuceano e suo
fratello andavano e andavano. Finalmente, giunsero a un crocevia; qui si fermarono,
sedettero sull’erba lungo la strada e si rifocillarono con le provviste che avevano con sé.
Infine, dopo essersi abbracciati e aver pianto come due bambini, si separarono. Prima,
però, divisero in due un fazzoletto, e si misero d’accordo: - Se le due metà si
strapperanno lungo i bordi, potremo sperare di ritrovarci; ma se si strapperanno al centro,
vorrà dire che uno di noi due è morto -.
Inoltre, conficcarono un coltello in terra, e dissero: - Quello di noi che tornerà qui per
primo, e troverà il coltello arrugginito, non aspetti più l’altro, perché ciò significherà che
l’altro è morto.
Poi, Greuceano prese a destra e suo fratello a sinistra.
Il fratello di Greuceano, dopo aver camminato a lungo senza trovare niente e nessuno,
tornò al luogo dove si erano separati, e, trovando il coltello lucido, si mise ad aspettare
con gioia di veder tornare il Sole e la Luna al loro posto nel cielo.
Greuceano invece camminò, camminò fino ad un sentiero che conduceva proprio alle
case dei giganti. Giunto là, Greuceano si batté per tre volte sul capo con la mano e si
trasformò in colomba: era una magia che gli aveva insegnato il Fabbro del Mondo. La
colomba Greuceano si alzò in volo, e si posò sopra un albero che stava proprio di fronte
alle case.
Allora, la figlia maggiore di un gigante uscì, e vedendo quella colomba bellissima
sopra il ramo, chiamò sua madre e la sorella minore perché venissero ad ammirarla anche
loro.
La minore disse: - Mammina e sorellina, non mi sembra che questa delicata colomba
tubi per noi: i suoi occhi non sembrano quelli d’un uccello, ma quelli di Greuceano,
l’eroe dorato. Fino ad oggi abbiamo vinto noi giganti; d’ora in poi, chi potrà salvare noi e
i nostri?
I giganti, a quanto pare, sapevano del valore di Greuceano.
Le gigantesse rientrarono in casa, e tennero consiglio fra loro tre.
Greuceano si diede subito altri tre colpi sul capo con la zampetta, diventò una mosca,
ed entrò nella loro camera. Qui si nascose nella crepa di una delle travi ed ascoltò i loro
pareri. Dopo aver saputo tutto quel che gli occorreva, uscì e andò in direzione della
Foresta Verde: lì si nascose, sotto un ponte. Dopo quello che aveva sentito di nascosto,
sapeva che i giganti erano andati a caccia nella Foresta Verde e dovevano tornare uno a
sera, un altro a mezzanotte e il terzo, il grande capo, verso l’alba.
Mentre Greuceano aspettava, ecco che si vede arrivare il più piccolo dei giganti a
cavallo. Ma, giunto al ponte, il cavallo nitrì, e balzò indietro di sette passi. Allora il
gigante si adirò e disse:
- Che ti possa mangiare il lupo! A questo mondo, io non ho paura di nessuno, tranne di
Greuceano il dorato; ma abbatterò anche lui con un colpo.
Greuceano, quando udì queste parole, uscì da sotto il ponte a gridò:
- Vieni, gigante coraggioso: vogliamo batterci con le spade o lottare a mani nude?
- Lottiamo, è meglio.
Si avvicinarono l’uno all’altro, e iniziarono il combattimento.
Il gigante afferrò Greuceano e lo conficcò nel terreno fino alle ginocchia. Ma
Greuceano afferrò il gigante, lo conficcò nel terreno fino al collo e gli mozzò via la testa.
Poi, dopo avere scagliato dal ponte il gigante e il suo cavallo, si riposò.
Ed ecco che, al calar della notte, arrivò anche il fratello maggiore del gigante e anche
il suo cavallo balzò indietro, di diciassette passi. Il gigante parlò come aveva parlato suo
fratello, e Greuceano gli rispose allo stesso modo. Poi, uscito di sotto al ponte, lottò anche
con lui.
Ed ecco che il gigante afferrò Greuceano e lo conficco nel terreno fino alla cintura. Ma
Greuceano, afferrando anche lui il gigante, lo conficcò nel terreno fino al collo e gli
mozzò via la testa. Poi, dopo aver gettato dal ponte il gigante e il suo cavallo, si riposò.
Ma verso l’alba, chi venne? Venne il capo dei giganti, smisurato, pieno d’ira come un
arcidiavolo: quando arrivò al ponte, il suo cavallo fece settantasette passi indietro. Il
gigante s’irritò moltissimo di questo fatto, e ruggì:
- Che ti possano mangiare i lupi! A questo mondo, io non ho paura di nessuno, tranne
di Greuceano il dorato; ma saprei stendere a terra anche lui, colpendolo agli occhi con
una mia freccia.
Allora, uscendo da sotto il ponte, Greuceano gli disse:
- Vieni, vieni, gigante coraggioso: vogliamo batterci con le spade, o colpirci con le
lance, o lottare a mani nude?
Il gigante si avvicinò, e iniziò il duello: combattendo con le spade fino a romperle, con
le lance fino a spezzarle, e infine si misero a lottare, con tanta forza che la terra tremava.
Il gigante riuscì ad afferrare saldamente Greuceano, ma questo, che aveva capito la sua
mossa, gonfiò i muscoli e contrasse le vene e non gli successe niente; poi fu Greuceano
che strinse il gigante proprio quando non se l’aspettava, e gli stritolò le ossa.
Non si era mai vista una lotta come quella. Lottarono e lottarono fino a mezzogiorno,
sudando sette camicie. In quel momento, passò su di loro un corvo che volava in tondo
nel cielo, attirato da quella lotta.
Quando lo vide, il gigante disse: - Corvo, corvo nero, portami un goccio d’acqua ed io
ti darò da mangiare un gigante forte con tutto il suo cavallo.
E Greuceano disse: - Corvo, corvo, portami un goccio d’acqua fresca ed io ti darò da
mangiare tre gigante con tutti i loro cavalli.
Sentendo queste parole, il corvo portò un goccio d’acqua fresca a Greuceano, e lui si
dissetò, ché ne aveva un gran bisogno.
Così riprese forza, afferrò il gigante, lo sbatacchio di qua e di là e lo conficcò nel
terreno fino alla gola; e lo tenne così, stando con un piede sopra il suo capo. Poi disse:
- Gigante infame, dimmi dove hai nascosto il sole e la Luna, perché ormai non mi puoi
più sfuggire dalle mani.
Il gigante esitava, borbottava parole incomprensibili; ma Greuceano disse ancora:
- Che tu me lo dica o no, li troverò in ogni modo, e per giunta ti toglierò la testa.
Allora il gigante, sperando di aver almeno salva la vita, disse:
- Nella Foresta Verde c’è una torre. Il Sole e la Luna sono rinchiusi là dentro. La
chiave è il mignolo della mia mano destra.
Sentito questo, Greuceano gli tagliò la testa e si prese via il mignolo; poi ricompensò il
corvo come aveva promesso, e se ne andò alla torre della Foresta Verde. Qui aprì la porta
col dito del gigante e trovò il Sole e la Luna. Prese nella destra il Sole e nella sinistra la
Luna, li lanciò nel cielo e si sentì raggiante di gioia.
Rivedendo il Sole e la Luna nel cielo, tutti si rallegrano, e ringraziano l’Onnipotente di
aver dato a Greuceano tanta forza da farlo vincere quegli abominevoli nemici degli
uomini.
Greuceano, soddisfatto di aver portato l’impresa a buon fine, si mise sulla via del
ritorno. Trovò suo fratello nel luogo convenuto, e lo abbracciò. Poi i due giovani
comprarono due cavalli che andavano come frecce, e galopparono verso il palazzo
dell’imperatore.
Per la strada, trovarono un albero carico di pere d’oro. Il fratello di Greuceano disse
che sarebbe stato piacevole riposarsi un po’ alla sua ombra, far riprendere fiato ai cavalli
e raccogliere anche qualche pera per placare la fame.
Greuceano però, che aveva ascoltato tutti i piani delle gigantesse, accettò di riposare,
ma non lasciò che suo fratello cogliesse le pere: le avrebbe raccolte lui stesso. Prese la
spada, e colpì il pero alla radice. Ed ecco, com’è come non è, ne uscirono sangue e
veleno, mentre una voce diceva: - Lo so che farai di me come hai fatto di mio marito.
E di quel pero non rimase nulla, se non polvere e cenere, e il fratello do Greuceano
rimase sbigottito, non sapendo il perché di quel che era successo.
Dopo aver camminato e camminato, arrivarono in un giardino bellissimo, pieno di
fiori e farfalle e acqua limpida e fresca.
Il fratello di Greuceano disse: - Fermiamoci qui un momento, fratello, e lasciamo
riposare i cavalli. E intanto beviamo un po’ di quest’acqua e cogliamo di questi fiori.
Così faremo, fratello, - rispose Greuceano - se questo giardino è stato lavorato da mani
umane e se la sorgente non è velenosa.
Poi, sguainando la spada, colpì i fiori più belli e li falciò a terra; e forò anche il fondo e
i lati della fontana. Allora invece di acqua incominciò a sgorgare sangue nero, e dal
gambo dei fiori uscì altro sangue che riempì l’aria di un odore ripugnante. Polvere e
cenere rimasero anche della figlia maggiore del gigante, che si era fatta giardino e
sorgente per avvelenare Greuceano.
Sfuggiti anche a questo pericolo, i due fratelli montarono a cavallo e ripartirono, veloci
come il vento. Ma ecco che quell’arpia della madre delle gigantesse si mise a correre
dietro a loro, furiosa, per inghiottire Greuceano in un boccone; ed aveva di che essere
pazza di rabbia e dolore: non aveva più né marito, né figlie, né generi.
Greuceano, sentendo che erano rincorsi dalla vecchia gigantessa, disse al fratello:
- Guardati alle spalle, fratello, e dimmi che cosa vedi.
Vedo - rispose il fratello - una nuvola che viene verso di noi come un turbine.
Allora spronarono i cavalli, e questi corsero agili come il vento e rapidi come il
pensiero; dopo un po’, Greuceano disse a suo fratello di guardare nuovamente indietro.
Egli rispose che la nuvola si avvicinava come una vampata di fuoco: allora, sferzando al
massimo i cavalli, i due giunsero dal Fabbro del Mondo. Scesi da cavallo, si chiusero
nella torre. Dietro di loro arrivò la gigantessa, e se li avesse presi li avrebbe distrutti, non
lasciando di loro neppure un ossicino. Ma ora non poteva più prenderli.
Allora cercò di giocare d’astuzia: si mise a pregare Greuceano di fare un buco nella
parete, perché lei potesse almeno vedere in faccia il suo nemico. Greuceano finse di
volerla accontentare, e fece il buco nella parete.
Ma il Fabbro del Mondo era pronto lì dietro con l’immagine di ferro di Greuceano
incandescente e quando la gigantessa mise le labbra nel foro per inghiottirlo, egli le mise
in bocca l’immagine e gliela spinse giù per la gola. Quella inghiottì, trangugiò, e morì sul
colpo. Il suo corpo diventò un gran mucchio di ferro, e così tutti si liberarono di lei.
Il Fabbro del Mondo aprì la porta della sua torre, e lui, i suoi uomini, Greuceano e il
fratello uscirono, e festeggiarono la grande vittoria per tre giorni e tre notti. Lui
specialmente era contentissimo per quel gran monte di ferro; non perse tempo, e ordinò ai
suoi operai di preparare per Greuceano un carro con tre cavalli, tutti di ferro; e quando il
lavoro fu pronto, lui vi soffiò sopra e gli diede la vita.
Greuceano prese commiato dal Fabbro del Mondo, il suo grande amico, salì sul carro
col suo buon fratello e partì.
Andarono e andarono, fino a quando arrivarono a un bivio. Qui si fermarono per
riposare, poi Greuceano staccò uno dei suoi cavalli dal carro e lo diede a suo fratello,
perché portasse all’Imperatore Rosso la buona notizia del ritorno vittorioso dell’eroe
dorato. Lui, col carro, rimase un po’ indietro, e procedette lentamente, sdraiato sul sedile.
E mentre era per via, passò vicino a un diavolo zoppo che stava lì per impedire ai
viaggiatori di passare. Il diavolo aveva paura di affrontare Greuceano, ma per non
lasciarlo passare senza far assaggiare anche lui la sua malignità, tolse il chiodo che teneva
fermo il mozzo di una delle ruote posteriori e lo buttò indietro lontano. Poi disse a
Greuceano: - Guarda, amico, che hai perduto il chiodo: va’ a cercarlo.
Greuceano, saltando giù dal carro, dimenticò di prendere la sua spada.
Così, mentre era lontano, il diavolo gli rubò la spada e, sedutosi sul ciglio della via, si
batté tre volte sulla fronte la lama, e diventò un macigno.
Greuceano ritrovò il chiodo, lo fissò bene alla ruota, risalì sul carro e riprese il viaggio,
senza notare che non aveva più la spada.
E ora state bene a sentire quel che successe al povero Greuceano.
Un dignitario dell’Imperatore Rosso si era accordato con il diavolo perché gli facesse
sposare la figlia dell’imperatore. Il diavolo zoppo sapeva che Greuceano, senza la sua
spada, era anche lui un uomo come tutti gli altri: per questo gliel’aveva rubata, e l’aveva
data a quello scellerato del dignitario. Costui si presentò all’imperatore e gli chiese la
figlia, dicendo che era stato lui a riportare la grande vittoria.
L’imperatore, vedendogli la spada, gli credette, e così diede ordine che si celebrassero
le nozze. Mentre la corte si preparava a festeggiare le nozze della principessa con il finto
eroe che diceva di aver ripreso il Sole e la Luna ai giganti, ecco giungere il fratelli di
Greuceano, portando la notizia che Greuceano stava per arrivare.
L’infame dignitario, sentita la notizia, corse dall’imperatore a dirgli che si trattava di
un imbroglione, e che quell’uomo doveva essere imprigionato. E l’imperatore gli
credette. Il dignitario aveva fretta, e cercava in tutti i modi di affrettare le nozze,
pensando che, una volta sposato con la figlia dell’imperatore, potevano anche venire
cento Greuceano senza che lui dovesse correre alcun pericolo, avendo ormai concluso
tutto. Ma all’imperatore tutta quella fretta non piaceva, e così mandava in lungo i
preparativi.
Dopo non molto tempo, ecco arrivare Greuceano. Quando si presentò all’imperatore,
costui non sapeva più raccapezzarsi. Pur credendo che lui fosse il vero Greuceano, non
poteva capire come la sua spada fosse finita nelle mani del dignitario. Ma quando fece
notare a Greuceano che gli mancava la spada, questi ripensò al suo incontro col diavolo
zoppo, e si rese conto di aver visto quel macigno sulla via solo dopo che aveva ritrovato il
chiodo ed era tornato al suo carro. Capì che lì stava l’inganno.
- O illuminato imperatore, - disse allora - tutti dicono che sei un uomo giusto: rendi
giustizia, ti prego, anche a me. Hai aspettato tanto: aspetta ancora un poco, per vedere con
i tuoi occhi la verità.
L’imperatore accettò di aspettare fino al ritorno di Greuceano. Questi salì nuovamente
sul carro e andò a rotta di collo con i cavalli di ferro fino al luogo dove il Maligno gli
aveva preso il chiodo. Là trovò il macigno.
- O essere inutile e rovina degli uomini, - gli disse - ridammi la spada che ma hai
rubato, altrimenti ti riduco in polvere.
Il macigno non si mosse neppure.
Allora Greuceano si batté la fronte per tre volte, diventò una clava di acciaio e
incominciò a colpire la pietra, tanto che ne tremava la terra. A ogni colpo cadevano
schegge di pietra. Colpì e colpì, fino a quando ebbe distrutta la cima del macigno. Allora
questo incominciò a tremare e a chiedere perdono. Ma la clava colpì ancora più forte, e
colpì e colpì, fino a ridurre il macigno in polvere. Quando non ne fu rimasto più niente,
cercando nella polvere, Greuceano vide lì in mezzo la sua spada.
Allora, senza indugio, corse a ripresentarsi all’imperatore.
- Sono pronto, o grande imperatore, - gli disse - a far vedere a chiunque di che cosa è
capace Greuceano. Fa’ venire qui quel tuo dignitario svergognato e ingannatore, così
avrai una spiegazione.
L’imperatore lo fece venire.
Quando quello arrivò e vide il cipiglio di Greuceano, prese a tremare e a chiedere
perdono, e raccontò per filo e per segno com’era capitata nelle sue mani la spada
dell’eroe dorato.
Greuceano chiese grazia per lui, e l’imperatore gli lasciò la vita, ma lo caccio
dall’impero. Poi tolse dalla prigione il fratello di Greuceano e ordinò che si celebrassero
le nozze imperiali.
I festeggiamenti furono tanti, che durarono tre settimane.

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Fantasia... racconti, prose, storie / Bimbo Gesù
« il: 28 Febbraio 2009, 23:59:01 »
In un vecchio libro per le scuole elementari, ma stampato nei tardi anni '60, ho letto un episodio certamente tratto da uno di quei vangeli.

Gesù e altri amici stavano giocando a fabbricare uccellini con la creta, presso un fiume.
Tra i ragazzini c'era anche un giovane Giuda.
Tutte le sculture erano fatte bene, ma Gesù, figlio di falegname e certamente portato per la creatività in generale, li aveva fatti talmente belli che a confronto quelli degli altri parevano sgorbi. E mentre gli altri ragazzi gli facevano complimenti o gli chiedevano consigli, il piccolo Giuda si sentiva roso dall'invidia.

In un attimo corse contro Gesù, pronto a pestare i suoi uccellini di creta... ma Gesù fu più lesto, e battendo le mani, gridò: <<Volate!>>

Gli uccellini divennero veri e spiccarono il volo cinguettando, per la gioia di tutti i bambini... mentre Giuda rimase offeso, e l'invidia si fece ancora più feroce...




FONTE WEB

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Curiosità & Gossip / I 5 Tibetani
« il: 28 Febbraio 2009, 19:02:32 »
PRECISAZIONI

Respirazione
Attezione: nei Tibetani si inspira quando si fa l'azione di contrazione e si espira in distensione, proprio al contrario di ogni altra attività fisica.

Progressione e ripetizioni
La pratica dei Tibetani si inizia con 3 ripetizioni per ogni esercizio (cioè 3 rotazioni, 3 volte le gambe su e giù ecc.). Normalmente si può aggiungere 2 ripetizioni ad ogni esercizio ogni settimana, fino a un massimo di 21 ripetizioni.
L'esecuzione completa degli esercizi in 3 ripetizioni prende meno di 5 minuti.
La durata sale a circa 15 quando se ne fanno 21 in tutta tranquillità.
Nulla vieta di rimanere anche più settimane con lo stesso numero di ripetizioni, finché non ci si sente perfettamente a proprio agio nell'incrementare il numero.
E' importante la regolarità, non la quantità.
Se si salta l'esecuzione per un giorno su tanti si può mantenere sempre lo stesso numero di ripetizioni. Se l'interruzione arriva a una settimana, diminuire di 2 o 4 le ripetizioni, come ci si sente.
In caso di interruzioni superiori al mese il buon senso impone di ricominciare da 3.

Come
ci sono delle posizioni di partenza e quelle "ideali" di arrivo.
Se non si riesce a raggiungere una o più posizioni è importante conservare l'attitudine mentale a raggiungere la posizione ed eseguire correttamente la respirazione. Infatti non è importante quello che si fa, ma l'attenzione e la presenza nell'esecuzione.
Sono da considerare uno spazio che ci prendiamo per prestare attenzione a noi stessi.
Pensare "Inspiro energia e nutrimento, espiro tutto quello che non mi serve" aiuta a calmare la mente e a educarla a percepire la profonda saggezza ed efficacia di questi movimenti.

Quando
I Tibetani sono da praticare tutti i giorni.
Non ha importanza quando, ogni orario della giornata va bene, meglio a stomaco non troppo impegnato.
Al mattino danno una bella carica per la giornata, alla sera predispongono a un buon sonno.
Se non si ha dimestichezza con l'esercizio fisico intenso o ci si sente "anziani" come ramingo e "acciaccati" come max o non si ha abbastanza tempo, si può spezzare l'esecuzione in più momenti della giornata (es. due esercizi al mattino e tre alla sera...).fonte

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